Il primo giorno di scuola è un giorno molto importante per tutti i bambini: l’accoglienza è un evento da ricordare e che rimarrà impresso nella memoria di tutti i bambini e alunni.
La scuola dell’infanzia è finita e ora, tra paure e incertezze, il bambino si troverà in un contesto molto diverso: una scuola diversa, nuove amicizie, nuove maestre e nuove regole. Al suono della campanella si entra per la prima volta a scuola e l’emozione è forte.
L’accoglienza è un momento molto delicato: ogni bambino e ogni bambina ha bisogno di sentirsi accolto/a per poter iniziare un percorso scolastico in tutta serenità.
Per poter affrontare serenamente il primo giorno di scuola bisogna creare dal primo momento un clima armonioso e disteso che dia a ogni alunno la possibilità di esprimersi al meglio, dove possa divertirsi e dove possa instaurare relazioni positive con i suoi pari e con gli adulti di riferimento (docenti, educatori, personale ATA).
Come poter realizzare tutto ciò?
A breve pubblicherò delle attività e degli spunti di lavoro che possono essere utilizzati per l'accoglienza.
Al suo ingresso nella scuola materna il bambino ha già una sua storia personale, che lo ha condotto a possedere un complesso patrimonio di atteggiamenti, capacità ed orientamenti. Egli appare un soggetto attivo, curioso, interessato a conoscere e capire, capace di interagire con gli altri e di servirsi della loro mediazione per conoscere e modificare la realtà.
In questo periodo si vanno verificando cambiamenti considerevoli che interessano sia lo sviluppo percettivo, motorio, comunicativo, logico e relazionale, sia le dinamiche affettive ed emotive, sia la costruzione dei rapporti e l'acquisizione delle norme sociali.
Lo sviluppo cognitivo, partendo da una base percettiva, motoria e manipolativa, si articola progressivamente in direzioni sempre più simbolico-concettuali.»
I processi di socializzazione sono favoriti dal gruppo dei pari, che si presenta come totalità dinamica nella quale, attraverso le sue varie articolazioni, ogni soggetto influenza gli altri ed è a sua volta influenzato da loro, e consente di sperimentare diverse posizioni sociali in una situazione di coesione e di vicinanza interpersonale. Nelle relazioni con i coetanei, oltre che in quelle con gli adulti, il bambino sperimenta l'esistenza di regole e norme sia specifiche che generali, giungendo anche a cogliere le ragioni della loro necessità.
A tre anni, quindi, il bambino matura abilità che vanno oltre l'ambiente familiare: diventa capace di affermare se stesso, di entrare in rapporto con i coetanei, di giocare con maggiore sicurezza nei movimenti, di disegnare, di ricostruire situazioni secondo nuovi modelli mentali...
Il bambino è pronto al fare il suo ingresso nella scuola dell'infanzia!
Ma l'arrivo a scuola è, anche, un momento importante, che coinvolge diversi soggetti, prima di tutto il bambino, poi la mamma e l'insegnante.
L'ingresso nella scuola dell'infanzia rappresenta, quindi, un momento di crescita per il bambino e il riconoscimento di una vita autonoma rispetto alla famiglia, ma è anche un momento delicato per le implicazioni emotivo-affettive del distacco dalla madre e dalla famiglia.
I genitori, invece, si preparano al distacco e, spesso titubanti, sperano di trovare un ambiente sereno, accogliente e stimolante dove i propri figli possano crescere.
Le insegnanti s'immaginano il gruppo nuovo, fanno progetti e pensano già a delle modalità d'intervento.
E' necessario che il passaggio del bambino dall'ambiente familiare all'ambiente scolastico sia graduale; inoltre il tempo necessario a completare l'inserimento varia a seconda del bambino.
L'insegnante, preparerà con cura gli angoli della sezione e gli spazi per le attività, offrendo al bambino il tempo necessario per inserirsi con calma e serenità.
Il ruolo genitori è molto importante: il bambino ha bisogno di sentire il papà e la mamma "vicini", senza forzature né ricatti, i genitori devono favorire un inserimento graduale in un clima di fiducia.
Ma..... quali attività organizzano le insegnanti per il bambino?
Ormai, come insegnante ed educatrice, mi capita sempre più spesso di vedere genitori incapaci di dire "No" ai propri figli. Ció avviene perché, di fronte ad un “No”, i bambini hanno una reazione di pianto e capriccio, che crea ansia e paura nei genitori. Questi, per evitare discussioni, preferiscono concedere e acconsentire, piuttosto che spiegare.
A volte mi è capitato di far notare al genitore il problema, ma la risposta molto spesso è "più semplice mentire, aggirare l’ostacolo, far finta di niente…. "
Frasi del tipo “se mio figlio chiede in continuazione della cioccolata gliela nascondo e gli dico che è finita, altrimenti capricci a non finire….”, oppure ancora "se mi chiede un paio di forbici pericolose gliele nascondo e gli dico che le ho perse” e avanti così….mille altri esempi simili, per mille situazioni che tutti i giorni si presentano a casa, al parco giochi, al supermercato.
E allora? E’ meglio essere ritenuti dal proprio figlio bugiardi che dire "No"?
Ovviamente poi, quando il bambino trova le famose forbici o la cioccolata nascoste nel cassetto, reagisce dicendo alla mamma “sei bugiarda!” e ha pure ragione!
In questo modo sempre più di più i bambini hanno la sensazione che tutto sia concesso e possibile.
Questa situazione mi fa pensare a una similitudine che ho letto da qualche parte, tempo fa: “imparare a gestire la frustrazione è come andare in bicicletta. Una volta che hai imparato, hai imparato. Se non hai imparato, non lo improvvisi, nemmeno in caso di necessità assoluta.”
Ecco perché secondo me è necessario imparare da piccoli. E’ fondamentale spiegare ad un bambino di tre anni che potrà avere magari delle forbici adatte a lui e non quelle grandi degli adulti che sono molto pericolose e non adatte, o che non può mangiare troppa cioccolata perché la mamma sa che non gli fa bene.
E’ necessario che i bambini, sin da piccoli, siano allenati a tollerare le frustrazioni e questo è proprio il primo passo per arrivare alla difficile capacità di trasformare le delusioni in occasioni.
Un "NO" detto con razionalità e coerenza aiuta i bambini a rafforzare la propria personalità, perchè è detto unicamente per salvaguardare il loro benessere e li fa sentire sorretti, protetti, custoditi e amati dai genitori.
Dopo le festività Natalizie è alle porte uno dei momenti più attesi da grandi e piccini per il nuovo anno: il Carnevale, un’occasione per le famiglie per far divertire i propri bambini, ma un’opportunità anche per i genitori per assistere ad alcuni delle sfilate più belle e bizzarre organizzate nelle varie regioni italiane.
Vari sono gli eventi da non perdere che avranno luogo questo anno nelle diverse Regioni italiane, in quanto ogni Carnevale si contraddistingue per una sua personalità, un suo stile, per le leggende, i costumi ed il suo carattere provocatorio, accomunati però da un collettivo senso di euforia e divertimento generale.
Ecco alcuni suggerimenti sugli appuntamenti imperdibili previsti per il 2016.
1.Ovviamente non si può non menzionare quello di Venezia, il Carnevale per antonomasia, aperto anche quest’anno dal tradizionale Volo dell’Angelo il 31 di gennaio, uno dei momenti più spettacolari ed emblematici tra i festeggiamenti in programma, dove “la Maria”, una giovane ragazza appositamente selezionata per l’occasione, verrà calata dal Campanile della famosa Piazza San marco, in ricordo dell’impresa compiuta molti anni prima da un acrobata turco che tenendosi in equilibrio sopra un filo riuscì ad arrivarvi fino in cima.

2.Il Carnevale di Cento si svolgerà nell’omonima cittadina romagnola dal 31 gennaio al 28 febbraio, data nella quale non solo verrà decretato il carro vincitore ma i festeggiamenti verranno conclusi dal celeberrimo “Rogo di Tasi”, dove sarà dato fuoco ad una gigantesca realizzazione in cartapesta raffigurante maschera tipica della citta: Tasi secondo la leggenda era un ubriacone che arrivò a preferire un buon bicchiere di vino alla vita della moglie.

3.Il Carnevale di Fano, nato nel 1347, si aggiudica invece il titolo di “Carnevale più antico d’Italia”, come viene testimoniato dai documenti tuttora conservati nell’Archivio della Città, dove quest’anno si svolgerà la prima edizione del “capodanno degli Animali”.
A sfilare oltre ai carri ci saranno anche i nostri simpatici amici a quattro zampe, alcuni dei quali, con l’occasione potranno trovare una nuova famiglia.

4.Il Carnevale di Acireale, con i suoi carri grotteschi ed il suo carattere folkloristico, è famoso per essere il migliore di tutta la Sicilia. Quest’anno prevede un programma giornalmente ricco di eventi, che si susseguiranno dal 31 fino al 22 febbraio, composto da sfilate, giganteschi carri allegorici ed infiorati, maschere, bande musicali, sbandieratori e majorettes.

5. A Viareggio, il tradizionale triplice sparo di cannone darà vita ai festeggiamenti del Carnevale 2016, che dal 7 febbraio al 5 marzo andrà ad animare la città, in cui la satira sociale e divertimento saranno protagonisti e per il quale sono previste 5 giornate per le sfilate degli enormi carri realizzati in cartapesta.

6. La caratteristica “Battaglia delle arance” è uno dei tratti distintivi del Carnevale di Ivrea, che si svolgerà il 7 febbraio, simbolo di ribellione in quanto richiama la leggenda di una giovane sposa, che rifiutandosi di coricarsi con il Signore delle sue terre, come voleva lo “jus primae noctis” durante il periodo Medievale, non solo lo uccise, ma questo atto segnò l’inizio di una vera e propria rivolta. Ancora oggi è possibile rivivere lo stesso spirito rivoluzionario in una vera è propria battaglia, in cui come uniche armi vengono usate le arance.

Questi sono solo degli esempi, basta mettere in moto la vostra fantasia per realizzare altre creazioni.
Buon divertimento!